Hola cara lettrice!
Sono sicura che sei consapevole di quanto la danza del ventre faccia bene alle persone che la praticano.
La danza del ventre è spesso presentata come un’attività piacevole adatta a tutti i corpi, ma come ogni forma di esercizio fisico merita una riflessione attenta quando ci sono condizioni specifiche di salute. Anche questo argomento, secondo me, merita essere reso protagonista del palco! Almeno una volta.
COSA SAPERE PRIMA DI ISCRIVERSI AL CORSO DI DANZA DEL VENTRE
In generale, la danza del ventre include una tipologia di movimenti descritta a basso impatto e può aiutare la mobilità della colonna vertebrale, migliorare la postura, rinforzare la muscolatura profonda e favorire un buon tono corporeo.
Allo stesso tempo però, in presenza di condizioni come il prolasso dell’utero, una gravidanza nelle prime fasi, una malattia autoimmune come il lupus, un’ernia del disco o uno stato di depressione, è bene capire come adattare la pratica, evitare sforzi potenzialmente dannosi e fare le scelte giuste.
A me sono capitate persone con tutte queste cose, anche con patologie più problematiche. Ho voluto fare questo articolo proprio per mettere in luce la difficoltà che a volte deve affrontare un’insegnante ad accompagnare l’allieva nel suo percorso. Capita spesso di trovarsi a gestire una condizione di salute delicata.
Prima di iscriversi a un corso è utile valutare le controindicazioni, e in alcuni casi consultare il proprio medico o specialista.
A volte possiamo aiutare, altre volte no. C’è un limite a tutto. La danza e l’insegnante possono essere un aiuto senza alcun dubbio, ma non la soluzione a un problema di salute, sia fisico che mentale.
Riporto alcuni casi specifici come elencati prima.
IL PROLASSO DELL’UTERO
In questa situazione, muovere il bacino in modo controllato può essere utile per stimolare la muscolatura del pavimento pelvico, ma bisogna farlo con attenzione per non peggiorare la condizione.
Ho compreso da sola che movimenti come lo shimmy e gli scatti non erano indicati, anzi, proprio da eliminare. Ho trovato migliori movimenti sinuosi in finto peso che obbligano ad attivare muscoli addominali e del core. La danza da sola, non può andare in caso di prolasso dell’utero (anche della vescica). Bisogna combinarla con pilates, yoga, anche la palestra se si vuol fare, importante è che sia informato ogni istruttore di questa situazione.
LA GRAVIDANZA
In caso di gravidanza, specialmente nei primi tre mesi la situazione richiede prudenza.
Ogni gravidanza è unica: eventuali complicazioni preesistenti o insorte richiedono una valutazione più cauta con l’ostetrica o specialista.
Una volta sola mi è capitato di seguire un corso di quattro lezioni con cinque donne incinte tutte al quinto mese. E qui mi sentivo sicura. Erano tutte gravidanze tranquille e serene e avevano l’approvazione delle dottoresse a praticare attività fisica. La danza del ventre era perfetta!
Invece, solo una volta ho seguito per tre mesi lezioni private a un’altra donna incinta, dal quarto mese fino al settimo. Bellissima esperienza!
La danza del ventre è considerata un’attività fisica benefica anche durante la gestazione, ma è fondamentale che sia approvata dal medico curante (ginecologa, ostetrica, dottori ecc…) e che sia adattata alle condizioni della donna.
Quando si presentano senza aver concluso il terzo mese non permetto loro di venire al corso. E’ successo solo una volta con una ragazza, dopo averle detto vieni quando entri nel quarto mese, mi ha salutata e non l’ho mai più vista né sentita.
MALATTIE AUTOIMMUNI
Le malattie autoimmuni andrebbero guidate all’interno di corsi che tengono conto della sensibilità fisica, possibili momenti di stanchezza o dolore.
I movimenti devono essere lenti, controllati, e sempre supervisionati.
Bisogna tenere conto anche della condizione psichica, perché spesso queste malattie compromettono molto il morale della persona.
Personalemente, credo che bisogna essere persone davvero qualificate per seguire bene una persona con queste situazioni. Certo è che dipende sempre dallo stadio della malattia, quanto compromette i movimenti, e altrettanto l’atteggiamento mentale.
ERNIE DEL DISCO
Ci sono movimenti che comprimono il disco o provocano torsioni importanti e il rischio di peggioramento può essere concreto.
Anche qui, bisogna andarci cauti, molto attenti. Bisognerebbe creare un corso dove la danza del ventre rimane sempre dolce, morbida, senza movimenti impetuosi, in modo che tutte le persone che soffrono di patologie alla schiena possano sentire sempre il beneficio dei movimenti.
L’ernia del disco a volte si ritira, a volte viene tolta, a volte rimane silenziosa. Quello di cui sono sicura è che bisogna andarci piano e costruire lezioni ad hoc.
LA DEPRESSIONE
Ho imparato sempre dall’esperienza che la depressione non è una situazione da sottovalutare.
La depressione non passa, si nasconde. E i miei casi più gravi risalgono a diversi anni fa: dopo cinque anni di percorso insieme vengo a scoprire che due di queste donne assumevano psicofarmaci. Non sapendo, non riuscivo a capire i loro scatti d’ira, di rabbia, tanto che mi venivano i dubbi sul mio modus operandi. Per quanto in buona fede volevo mettermi in discussione, non comprendevo i loro modi di fare.
Poi ho scoperto la causa: la sospensione dei psicofarmaci. Stavano provando a sospenderli da qualche tempo. Ecco il motivo di quei comportamenti!
Ad oggi, credo fortemente che ogni insegnante di danza debba essere a consocenza di queste situazioni. E’ un suo diritto, non più una discorso di privacy. La depressione è una patologia vera e propria, riconosciuta, e come tale deve essere esposta agli istruttori e insegnanti come tutte le altre.
Ma sono più le persone che non sanno di soffrire di depressione, sono più le persone che sanno ma non lo dicono, e/o non dicono di assumere psicofarmaci. Non tanto il primo o il secondo caso, quanto al terzo caso ha la responsabilità di mettere al corrente la persona che la seguirà in un percorso.
Noi insegnanti ci sentiamo un pochino la missione di far uscire fuori le donne di “casa” intensa come “guscio” dove la depressione attecchisce e mette radici. Noi vogliamo che le donne escano fuori di casa così possono darsi l’opportunità di uscire fuori da se stesse e fare a pezzettini la depressione.
Ma non è la soluzione a lungo termine. La depressione deve essere monitorata, accolta, curata. E richiede tempo. La danza viaggia molto velocemente, di lezione in lezione, coreografia in coreografia, e spesso prese dall’enfasi vogliono correre per mangiare tutto quello che c’è sul banchetto.
Questa voracità non aiuta le persone depresse, se non altro le aiuta ad essere distratte, grazie alla dolce scusa di dedicarsi a una passione, a ciò che gli piace! Certo che è un bene, è sempre un bene, ma non è la vera cura. La vera cura, quando si soffre di questa patologia e si fa danza del ventre, si basa anche sulla capacità di tornare a casa e dialogare onestamente con sé stesse, trovare le motivazioni vere e autentiche che permettono di rientrare in sala a testa alta con tutta la forza che si ha dentro. Bisogna allenarsi al continuo dialogolo interiore per continuare a trovare il benessere con la danza, perché la danza vuole nervi forti.
Cosa significa? Significa rafforzare il Sistema Nervoso Centrale. Tutta la centralina deve lavorare in modo differente. La danza aiuta perché aumenta le sinapsi, aumenta gli stimoli, aumenta l’efficienza. Più ti alleni più aumenti la prestazione mentale. E se aumenti la prestazione mentale, aumenti la qualità della tua performance e di conseguenza l’autostima.
LA SALUTE PRIMA DI TUTTO, POI I NOSTRI SOGNI
La danza del ventre se fatta bene, può diventare un’alleata della salute, globale!
In quanto individui con enormi potenzialità, per quanto nasciamo con un corpo che ci dà infinite possibilità per sperimentarci, spesso siamo strumenti stonati.
Cerchiamo allora strumenti esterni che permettono di accordare le note dentro di noi, perché grazie al corpo possiamo aprire passaggi nuovi per arrivare alla nostra fonte: cervello e cuore uniti, così per prendere un Buon Respiro.
I nostri sogni sono importanti, ma la salute viene sempre prima di tutto, e se qualcosa veramente sta funzionando, per come la vedo io, è perché abbiamo ascoltato una bussola che ci ha orientato verso Est, verso la luce.
E così dovrebbero essere pilotate le nostre scelte, sempre, in ogni campo della vita, per vivere in modo sereno con meno disagi possibili.
Io mi sono aggrappata alla danza anche quando mi sembrava di arrampicarmi sugli specchi.
Oggi sono qui a scrivere, con passione e piacere, perché è stata lei a farmi capire che avevo una passione dello scrivere quando ero piccola, ma l’avevo sotterrata.
Oggi scrivo e qualcosa si accorda dentro di me. Sento che la mia musica ha una nuova melodia. Qualcosa succede nel mio corpo, perchè la mia mente è più serena. Ma il percorso è stato faticoso, un giorno lo racconterò.
Ti auguro una buona danza se stai sofffrendo di qualche patologia. Ti invito a non smettere se ti piace tanto, piuttosto a trovare il metodo che si sposa a te, perché sei unica, e per amor tuo, è essenziale trattarti con gentilezza e rispetto.
Buon respiro
Arianna
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